Passione

Aforismi

Anacleto Verrecchia

A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
Alle solenni impalcature dei sistemi filosofici io preferisco la frase breve e concisa. Quel poco che riusciamo a scorgere nella nebbia che avvolge la nostra esistenza può essere contenuto in un aforisma. Il resto è lttérature.
Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.
Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
E non ditemi che la cenere di un uomo, nonostante lo sfarzo dei cimiteri, sia diversa da quella di un gatto o di una volpe.
Freud trasformò in lettino l'inginocchiatoio del confessionale e lo rese più comodo. Credo che sia qui il grande beneficio della psicoanalisi.
Gli occhi? Si dice che siano lo specchio dell'anima; ma, se si pensa alla falsità dei rapporti umani, se ne deve dedurre che essi servano più per spiare gli altri che per rivelare se stessi.
Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
Il cielo è un quadro ingannevole dipinto sul soffitto dell'inferno.
Il congiuntivo è l'indicativo dello scettico.
Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
Il mondo gira sull'ombelico della donna. Dio, se c'è, è sicuramente una donna.
Il mondo è un condominio tra la malvagità e la pazzia: l'una regna e l'altra comanda.
L'amore è un allucinogeno che può farci vedere una musa in una manza e un'aquila in una gallina.
L'ottimismo è la cataratta dello spirito.
L'unica sfortuna di quelli che non sono mai nati è che non sanno nulla della loro fortuna.
L'uomo è un proiettile che la vulva spara verso la tomba.
L'uomo è una specie di stecca nel grande concerto della natura.
La dittatura serve a far tacere la gente, la democrazia a farla litigare.
La falsità del prete si rivela soprattutto nella voce impostata.
La lumaca ha gli occhi sulle corna. Ma i cornuti non li hanno neppure nelle orbite.
La nostra vita è una corsa a ostacoli e il traguardo è la tomba.
La somma finale, nel libro mastro della nostra vita, sarà sempre in rosso, perché le uscite superano di gran lunga le entrate. Gli ottimisti dicano quello che vogliono.
La verità non si rivela in serie o a lotti. Solo di tanto in tanto è possibile carpire qualche segreto alla natura. Viviamo in una notte fonda, appena rischiarata da qualche lampo. È per questo che la filosofia, anziché per sistemi, dovrebbe esprimersi per aforismi. Una filosofia aforistica, occasionale, rapsodica.
La vita è un arco voltaico tra la culla e la morte.
La vita è una tragedia che viene recitata come una commedia.
La vita, comunque e dovunque la si viva, è un affare che non copre le spese. Per tutti.
Mettetela come volete: si è liberi soltanto quando si è soli.
O si crede o si pensa, non c'è altra via. Quelli che credono fanno bene ad andare in chiesa, ma quelli che pensano non possono accontentarsi di prediche e di verità preconfezionate.
Pensare è difficile, però si può benissimo parlare e scrivere senza pensare.
Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
Perché poi l'uomo senta il bisogno di arrampicarsi sulle rocce a picco, come e più degli stambecchi, lo sa il cielo. Forse è un modo come un altro per sfuggire a se stessi. O per sfuggire agli altri?
Quel poco che riusciamo a scorgere nella nebbia che avvolge la nostra esistenza può essere contenuto in un aforisma. Il resto è lttérature.
Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi.
Tutti vogliono cambiare la società e nessuno si accorge di non essere neppure in grado di cambiare se stesso.
Un libro dev'essere un cordiale. Se non vi tonifica, gettatelo via.
È pura cecità considerare l'uomo qualche cosa di completamente avulso dal resto del regno animale. L'antropocentrismo lasciamolo alle sacrestie.